L’indice ECPI per investire circular – ETicaNews

6 October 2017 - news

Gli asset della circular economy sono oggi una opportunità tangibile per chi è alla ricercadi una gestione di investimento responsabile (Sri, socially responsible investing).

Dal punto di vista operativo, è possibile individuare settori e società che consentono di prendere posizione sulla nuova frontiera della sostenibilità circolare. In tale ambito, Ecpi, società che dal 1997 fornisce strumenti di consulenza sui fattori environmental, social e governance (Esg), ha creato l’Ecpi Circular Economy Leaders Equity, un indice che offre agli investitori un’esposizione ai settori maggiormente reattivi ai vantaggi derivanti dall’adozione di modelli di economia circolare, e alle società che meglio sono riuscite a tradurre i principi dell’economia circolare in pratiche di business.

I PRESUPPOSTI MACRO

Dal punto di vista macroeconomico, il concetto di Economia Circolare ha assunto nel corso degli ultimi anni un’importanza fondamentale nel dare una risposta alla crisi del modello tradizionale lineare, basato cioè su uno schema che prevede l’estrazione delle risorse, la loro lavorazione, il consumo di beni e servizi prodotti e il loro relativo smaltimento (take–make–dispose). Un sistema che si basa sull’economia circolare, invece, può consentire di diminuire lo spreco di risorse non più illimitate, data la crescita esponenziale nella loro domanda, in quanto prevede che tutte le attività, a partire dall’estrazione e dalla produzione, siano organizzate in modo che i rifiuti diventino risorse per nuovi cicli produttivi.

I PRESUPPOSTI FINANZIARI

L’economia circolare rappresenta, a giudizio di Ecpi, la nuova frontiera della Sostenibilità e un cambiamento di paradigma tale da caratterizzarla come un Megatrend, con il quale le economie avanzate ed emergenti si dovranno sempre più confrontare. La significatività e la rilevanza delle pratiche “circolari” adottate dalle aziende, spiegano gli analisti della società di consulenza, potrebbero anche non risultare evidenti oggi, ma sono da considerarsi per la loro importanza predittiva del cambiamento in corso. Di conseguenza, è ipotizzabile che le aziende che per prime adottano o hanno adottato alcune pratiche o modelli di business circolari saranno quelle che più di altre potranno beneficiarne nel medio periodo, quando aumenterà la penetrazione dei nuovi concetti.

L’INDICE/ LE PERFORMANCE

Da questi presupposti è nato l’indice l’Ecpi Circular Economy Leaders Equity, espresso in euro con ribilanciamento semiannuale. Nel confronto con il Msci World Index, tra il 31 dicembre 2010 e il 23 maggio 2017, l’indice Ecpi evidenzia un andamento migliore a 1, 3 e 5 anni. La volatilità annualizzata è allineata, mentre il paniere del provider italiano registra un max drawdown inferiore a quello del benchmark (scarica il report al 23 maggio).

L’INDICE/ LA COSTRUZIONE

L’indice è costruito partendo da un Universo Iniziale, al quale sono applicate selezioni progressive che portano al paniere finale. Come Universo Iniziale di riferimento, ricomprendendo l’adozione di principi tipici della Circular Economy nel più ampio e generale concetto di Sostenibilità, è stato scelto l’indice Ecpi Global Developed Best in Class che è composto da circa 560 società globali (Global Developed Markets).

Da questo Universo Iniziale sono poi state selezionate le società aventi un rating Esg uguale o superiore a E+ (VEDI TABELLA 1). Gli obiettivi dello screening di sostenibilità, spiegano gli analisti, possono essere riassunti in: 1) riduzione del tail risk; 2) riduzione del rischio reputazionale. In ogni caso, l’intento generale è quello di assicurare che l’Universo Investibile abbia un profilo di sostenibilità positivo (rating minimo E+).

TABELLA 1

https://www.eticanews.it/wp-content/uploads/2017/08/Tabella_raging_Ecpi.png

Successivamente allo screening, Ecpi ha selezionato (Selezione Positiva) i settori più esposti al tema della circolarità (VEDI TABELLA 2) o perché “naturalmente” circolari o perché sono quei settori che possono maggiormente beneficiare dall’adozione di pratiche e modelli di business tipici dell’economia circolare (es. Settori industriali energivori o ad alto uso di materie prime “finite”). Dalla selezione sono state escluse le società coinvolte nella produzione di armamenti nonostante la presenza di aspetti di circolarità.

TABELLA 2

https://www.eticanews.it/wp-content/uploads/2017/08/Tabella_settori_circular_Ecpi.png

Infine, all’interno di ciascun settore Ecpi ha individuato quelle società che meglio e più di altre hanno adottato pratiche e modelli di business tipici dell’economia circolare in base all’analisi approfondita di informazioni pubbliche disponibili condivise attraverso siti aziendali, annual reports, sustainability reports, comunicati stampa etc. L’assunto, ribadiscono gli analisti Ecpi, è che le aziende che per prime adottano alcune pratiche o modelli di business circolari saranno quelle che più di altre potranno beneficiarne nel medio periodo, quando si sarà affermato il sistema circular.